Il mio incontro con Olga, quest’anno, risale al tempo delle ciliegie, lo ricordo bene perché me ne portò un cestino appena raccolto. Ci fu subito un’intesa tra noi, pur non conoscendoci, sentii quel riconoscersi reciproco che accade tra le sensibilità sottili.
Le offrii subito la mia disponibilità nella sua ricerca di testi di canti antichi dell’italia del Sud e del nostro territorio.
Grazie anche alla collaborazione dell’antropologa culturale Omerita Ranalli, siamo riuscite a trovare dei testi molto interessanti gia raccolti nel suo libro/CD Canti e racconti dei contadini d’Abruzzo, 2015 – Ed.Squilibri.
L’esigenza di Olga di soddisfare la sua sete di conoscenza di radici più profonde, dei luoghi nuovi dove nella vita ci si trova in sosta, svelano forse, la sua volontà di fermarsi in terra abruzzese.
Olga Kozmanidze, artista russa, attualmente vive e lavora tra Berlino e Pescara. La sua ricerca artistica spazia tra arte concettuale, performance art, musica sperimentale e sound art.
Self Reversing è il titolo della performance. Solo voce a cappella per l’interpretazione del testo Ripasse e ripasse, un canto per la sposa morta di cui si trovano origini gia nel 1500 francese.
"Mi raccomando vermi della terra di non deturpare la bianca mano della sposa amata" cit.
Mi colpisce particolarmente questa preghiera alla natura matrigna, questa raccomandazione: che il processo di decomposizione sia buono con lei; quasi un ossimoro che non si esprime con una preghiera a dio, ma bensì esprime fortemente la propria fede nella Terra.
"La chiave del tuo cuore ce l’ho io" è il rinnovarsi, fino alla morte, di un pensiero maschile e patriarcale del sentimento di possesso della donna amata, tanto da non lasciarla andare neanche dopo morta. Un cuore chiuso a chiave per l’eternità. Metaforicamente Olga cerca, sia nella scelta del testo che nell’esperienza performatica, una chiave.
La performance Self Reversing, già presentata a Berlino nel 2018 con testi dell’artista, come ci annuncia il titolo, viene da un processo di elaborazione molto complesso di inversione dei sensi:
la ricerca del testo ed in questo caso, la sua traduzione dal dialetto all’italiano, la trascrizione delle parole al contrario per poi trarne il suono che trascrive in russo. L’esecuzione canora di Self Reversing , spiegandosi all’indietro, cattura inverte e riproduce il segnale audio-vocale in cuffia, rivelandosi in tempo reale, invita il pubblico a reimmaginare un linguaggio, esponendo una ricchezza vocale libera dei suoi canoni per la comprensibilità ed anche dal controllo emotivo.
Ingerire parole cantate - nutrimento di radice etnica - appropriarsi di qualcosa di doloroso, spezzare la catena delle parole per poi successivamente liberarsene e liberarle in forma di suono.
Può risultare sorprendente assistere ai suoni crudi e sfacciati emessi da un essere esile come Olga Kozmanidze, l’ermeneutica coinvolge anche il corpo - le pause, metabolizzanti il rigetto, creano suspance nello spettatore coinvolto nel dramma ad un passo dal teatro.